La Tarte Tatin rivisitata di Maison C.

Della serie “in questi giorni non smettiamo mai di mangiare e di avere fame”: Natale e Santo Stefano sono passati ma Capodanno, 1° Gennaio ed Epifania sono dietro l’angolo, quindi sotto a cucinare!

C’è una ricetta che porto nel cuore da diversi anni, dalle vacanze in Francia e dalla cucina di mamma: la Tarte Tatin. Celeberrima invenzione delle sorelle Tatin per risollevare le sorti di una torta caduta a terra, è la mia torta di mele preferita. La ricetta originale prevede l’utilizzo della pasta brisè come base, ma a me piace con la frolla, dunque la faccio cosi.

Fondamentale nella preparazione della Tarte Tatin è una tortiera o padella che permetta la doppia cottura: sul fuoco e in forno. A me piace tanto questa di Emile Henry, che ha anche il piatto di portata già compreso nel set, cosi da poterla girare comodamente:

 

set tarte tatin_maison chateaux

Gli ingredienti sono per una torta:

4 mele renette – burro – 4 cucchiai di zucchero – pastafrolla (io uso quella sottile già pronta) – cannella a piacere

Pulire le mele renette e per non farle annerire bagnarle con un po’ di limone. Preparare il caramello: versare lo zucchero al centro della padella e non toccarlo fino a che non si sarà formato il caramello. Unire le mele e il burro a tocchetti. Fate cuocere 10minuti finchè le mele non saranno belle colorate. Togliete la pentola dal fuoco, girate le mele col dorso verso l’alto e adagiatevi sopra la pasta frolla:

torta_maison chateaux.png

Fate un buchino in mezzo (fondamentale se utilizzate la pasta brisè al posto della frolla) e infornate in forno già caldo a 200° per circa 25 minuti. Quando la frolla sarà dorata potrete estrarla dal forno. Fate riposare la torta 5-6 minuti; dopodichè siamo pronti per girarla. Appoggiate un piatto sopra la tortiera e voltate energicamente. Et voilà, la tarte tatin è pronta!

torta_maison chateaux2.png

Ottima con: salsa vaniglia, crema inglese, creme fraiche, gelato alla crema o con una semplice spolverata di zucchero a velo

Al Garghet: il ristorante milanese piu’ speciale che ci sia

Al Garghet e’ uno dei miei posti preferiti. Ma di quelli super preferiti: Al Garghet ci vado con gli amici, per le cenette intime a due e in generale ogni volta che mi voglio sentire coccolata.

entrata garghet_maison chateaux

Porta di ingresso alle sale da pranzo

L’ambiente e’ stupefacente perche’ ti da’ sempre la sensazione di essere in un posto magico. Le lucine, le tovaglie a quadrettoni, la luce soffusa.. l’effetto di calore e di relax che si prova nel momento esatto in cui si entra nel locale e’ unica. In ogni sala viene ricreato un ambiente diverso con caratteristiche e dettagli di arredamento ben studiati. Io adoro la sala con le miniature, che sotto Natale espone queste meraviglie:

al garghett_maison chateaux_dettagli
Al Garghet, poi, si mangia benissimo: la cucina e’ composta da piatti della tradizione milanese e da rivisitazioni di grandi classici.
Da provare sicuramente ci sono i fiori di zucca, che sono i fiori di zucca con bufala e alici piu’ buoni dell’universo. Solo a pensarci mi sta gia’ venendo fame!

Un altro grande classico del Garghett e’ la cotoletta ala milanese: enorme, sottile e con una panatura da favola. E’ quasi impossibile riuscire a finirla da soli, infatti viene spesso ordinata e divisa tra i commensali (io vi consiglio di fare cosi, in modo da poter poi tenervi del margine per provare dell’altro).

Anche gli altri piatti non sono da meno: taglierini freschi in versione autunnale, pollo al curry, riso al salto, tortini di verdura e flan. Non vi basteranno 4 o 5 cene per provarli tutti.

al gahrgett_2_maison chateaux

al garghet_maison chateaux
Ricordatevi di prenotare perche’ -soprattutto nel week-end- e’ sempre tutto esaurito!

Al Garghet
Via Selvanesco, 36, 20142 Milano
http://www.algarghet.it

Il crumble alla frutta di Maison Chateaux

Il crumble e’ uno dei pochi dolci che mi riescono bene e che cucino anche all’ultimo momento. Il perche’ e’ presto detto: e’ facilissimo e io lo considero un “dolce di riciclo”, perche’ per cucinarlo uso spesso la frutta che rimane nel frigo.

Le versioni ufficiali lo vogliono con le mele, ma e’ bello sperimentare diverse versioni a seconda della vostra frutta preferita. Non me ne voglia Knam ma la mia versione (iperveloce) e’ presa da zia Benedetta (Parodi) e adeguata secondo i miei gusti: zucchero di canna al posto di quello bianco e cocco grattuggiato anziche’ farina di nocciole.

Per il crumble alla frutta ci vuole una pirofila da forno: quella che abbiamo selezionato per voi e’ di Emile Henrry ed e’ talmente bella da poter essere portata direttamente in tavola.

EH_maisonchateaux

Le dosi per 6 persone:

Frutta a piacere tagliata a cubetti (un ananas, oppure 3 mele o la stessa quantita’ di frutta di riciclo, l’importante e’ che sia sufficiente a coprire la teglia in cui volete cucinarlo) – 190g di farina – 60g di cocco grattuggiato – 100g di burro – 120g zucchero di canna.

Imburrate lo stampo (io per farlo leggermente piu’ light utilizzo la carta da forno), posizionate la frutta tagliata a cubetti e coprite quest’ultima con le “briciole” formate mischiando cocco, farina, zucchero e burro stando attenti a livellare bene il tutto [per aiutarvi nel fare queste briciole sfregate il composto tra le mani finche’ la farina e il burro non formeranno le piccole briciole]. Dopodiche’ infornate in forno ventilato a 180 gradi per 30-40 minuti, fino a che il bordo del dolce non sara’ dorato. Fate raffreddare bene prima di servire. Il crumble alla frutta e’ favoloso se abbinato a una pallina di gelato alla crema o a della salsa alla vaniglia.

20151105_133933

Questo e’ quel poco che e’ rimasto del dolce… Prima che riuscissi a fotografarlo!

Consigli utili: il crumble a seconda della frutta con cui lo preparate puo’ risultare molto morbido, quasi un dolce “al cucchiaio”; se avete ospiti la soluzione ideale e’ pre-porzionare il crumble preparandolo in piccole cocotte.

Foto Copertina: iadorefood.com

Paradise Dynasty: il re dei ravioli al vapore di Tokyo

C’e’ un posto che ho adorato durante l’ultimo viaggio a Tokyo. E no, non si tratta di un ristorante di sushi come si potrebbe pensare. I sushi buoni si trovano anche a Milano, mentre e’ molto piu’ difficile trovate dei ristoranti cinesi/fusion di livello. E il Paradise Dynasty e’ proprio questo: un fantastico ristorante cinese, ma di quelli buoni da commuoversi.

La cucina cinese e’ piu’ facile che sia buona, perche’ molte preparazioni prevedono la frittura. E si sa che tutto o quasi e’ buono quando viene fritto. Ma la differenza tra i cinesi mediocri (che spesso e volentieri utilizzano prodotti surgelati e quindi uguali l’uno all’altra) e quelli buoni si sente.

Il Paradise Dynasty e’ un ristorante cinese favoloso. Si trova nel quartiere di Ginza, vicinissimo al Sony building. La sala piu’ bella e suggestiva si trova al piano inferiore: un ambiente minimal ed elegante con una bellissima cucina a vista.

ginza-paradise2I ravioli al vapore sono il fiore all’occhiello del locale e sono stati un vero comfort food per me. Li fanno sia classici sia aromatizzati in 7 diversi sapori (tra cui tartufo, zenzero, seppia). Per gustarli al meglio c’e’ una tecnica particolare: si prende il raviolo e lo si posiziona sul cucchiaio. A questo punto si fora il raviolo per far fuoriuscire il liquido interno. Si beve il sughetto e poi si puo’ finalmente mangiare il raviolo, che nel frattempo ha raggiunto la giusta temperatura. Non riesco a descrivervi la bonta’ dei loro ravioli: la pasta e’ sottile, il ripieno e’ favoloso. E il Paradise Dynasty e’ stato il mio posto del cuore di Tokyo, quello in cui poter scegliere dal menu’ senza preoccuparsi, quello in cui arrivare stremati dai 20km fatti, sedersi e sentirsi a casa.

paradise dynasty 3

I celebri ravioli al vapore negli 8 gusti disponibili

Oltre ai ravioli potete scegliere qualsiasi altra cosa dal menu’ perche’ e’ tutto fantasticamente buono.

Una delle cose favolose che ho mangiato e’ stata una insalata di gamberi e con maionese al frutto della passione. E poi ostriche fritte, pollo in agrodolce, noodles saltati.

paradise dynasty

Insalata di gamberi e mango

paradise dynasty_dessert 2

Zuppetta di frutta con ravioli dolci di riso

paradise dynasty_dessert

Pannacotta ai frutti rossi con salsa al prezzemolo e olio evo

Se capitate a Tokyo non potete perdervelo!

Paradise Dynasty GINZA
Ginza Glasse 1F, B1F 
3-2-15 Ginza Chuo-ku, 104-0061 Tokyo

Il Tasca – Tapas bar di Milano

Il Tasca e’ quel classico posto che se non conosci ti chiedi come mai sia sempre cosi affollato. Il locale e’ davvero minuscolo e tutti i milanesi indugiano all’esterno, occupando marciapiede e strada, tanto che il tram e’ costretto a rallentare ogni volta per dare il tempo alla gente di fare spazio.

Il perche’ sia sempre pieno si spiega in modo molto semplice: posizione, cibo e atmosfera rilassata.

tasca_bodega_esterni

La posizione del Tasca e’ davvero fantastica: nel pieno centro storico milanese, davanti alle colonne di San Lorenzo. Dove il via-vai serale e’ piu’ che garantito. Al Tasca infatti si va anche per farsi guardare – si indugia all’esterno, con un bicchiere in mano, si fuma una sigaretta e si saluta quella persona che non si vedeva da tempo, perche’ da li passa chiunque e non si sa mai chi si puo’ incontrare. Voto 8

Sul cibo ci sanno davvero fare. Riuscire a fare un buon bar/ristorante di tapas non e’ semplice, soprattutto con un menu’ tanto vasto di proposte. Noi abbiamo cenato al Tasca sabato scorso per la prima volta (prima avevamo sempre fatto solo aperitivi o dopocena) e ci e’ piaciuto tutto tantissimo. Il conto si aggira sulle 30-35€ a persona – ma ovviamente dipende tanto da quanto mangiate. Noi eravamo affamatissimi post-palestra e quindi ci siamo davvero sbaffati di tutto: acciughe del mar cantabrico su pane e burro caldo (favolose!), polpette al sugo, tostados gamberi-avocado e tonno-carciofi, hummus e i classici prosciutto e tortilla di patate. Ecco forse l’unica cosa che non ci ha fatto impazzire e’ stato il filetto crudo coi pomodorini, ma per il resto ne vale davvero la pena. Voto 9

tasca

L’atmosfera regala al locale un sapore unico: e’ tutto cosi rilassato e semplice che ci si sente davvero a casa o catapultati in un classico ristorante de tapas. Del tipo che ci si potrebbe anche andare in tuta e ciabatte da piscina che nessuno se ne accorgerebbe. Il bancone all’ingresso coi prosciutti appesi e’ fantastico, e ora hanno messo anche delle fotocamere per scattare le foto. Mooolto social. Voto 7+

ls

La ricetta della domenica: Moscow Mule e la sua “copper mug”

Il Moscow Mule e’ il cocktail milanese del momento. E’ ricercato quanto basta, alternativo il giusto; desta curiosita’ in chi non lo conosce, perche’ sembra un mojito ma non lo e’. In piu’piace praticamente a tutti.

32587741802021p
continua a leggere…